di Raffella Rozzi*
Domenica 18 novembre, in ciascuna comunità parrocchiale della diocesi di Lodi, i fedeli sono chiamati a rinnovare il Consiglio Pastorale Parrocchiale. Si tratta di un momento che è al contempo inizio e fine di un percorso: è la conclusione di un’esperienza che ha visto il CPP uscente, cinque anni orsono, accogliere una richiesta, offrire una disponibilità, assumere una responsabilità come risposta ad una chiamata di battezzati per occuparsi più da vicino della vita della propria comunità parrocchiale; già dall’estate scorsa parroci e consiglieri si sono confrontati, a partire dalle indicazioni del direttorio diocesano, in un’analisi del tratto di strada compiuto, delle risorse e delle fragilità della comunità, di cui tener conto e da cui ripartire.
Coloro che hanno dato la disponibilità a questo servizio nella comunità ecclesiale e lasciano ad altri fratelli la carica di consiglieri, consegnano ciò che hanno custodito come perla preziosa, sostengono con la preghiera e la vicinanza fraterna il cammino del nuovo CPP. A costoro va il grazie riconoscente per il tempo, la passione e la competenza donata alla propria comunità e alla Chiesa intera.
Questi mesi hanno visto diverse comunità parrocchiali mettersi in ascolto del Magistero di Papa Francesco per dar seguito all’invito del Papa al Convegno ecclesiale di Firenze, del 10 novembre 2015: “Permettetemi solo di lasciarvi un’indicazione per i prossimi anni: in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni diocesi e circoscrizione, in ogni regione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento dell’Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e attuare le sue disposizioni, specialmente sulle tre o quattro priorità che avrete individuato in questo convegno. Sono sicuro della vostra capacità di mettervi in movimento creativo per concretizzare questo studio”.
Con questa fiducia, inizia il cammino del CPP, nella logica della dedizione alla missione della Chiesa, che è annunciare Gesù Risorto, attingendo sempre, soprattutto nei momenti difficili, alla sorgente della Parola e alla Grazia dei sacramenti, perché l’incarico ricevuto sia davvero tale in quanto sempre “in carica”, come teniamo i nostri smartphone, e sappia essere “connesso” alla vita della comunità.
Non è secondario il nome ovvero “Consiglio Pastorale Parrocchiale” che dice l’identità e la funzione cioè un gruppo di persone che insieme studiano, meditano, pregano, ascoltano con le orecchie, con il cuore e con la mente, per discernere insieme, laici e pastori, la strada da percorrere.
Da presidente parrocchiale di AC ho vissuto questo momento di passaggio da un punto di vista privilegiato perché, come quest’anno, la scadenza associativa si intreccia con quella pastorale ma non coincide. Ai presidenti parrocchiali è dato di essere presenti nel CPP uscente e in quello prossimo: leggo in tale frangente un dono speciale per l’Azione Cattolica ovvero quello di ricevere quella perla, custodirla ed affidarla al nuovo Consiglio, prendersi cura di ciò che di più prezioso è una comunità, perché il cammino prosegua, perché ciascuna comunità rimanga fedele alla sua identità originaria e sia disponibile a rinnovarsi accogliendo l’invito di Papa Francesco “ Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione” (EG 27). Inoltre, in ciascuna realtà parrocchiale, l’Azione Cattolica porta la vita della Diocesi, nella certezza che “l’importante è non camminare da soli, contare sempre sui fratelli e specialmente sulla guida dei Vescovi, in un saggio e realistico discernimento pastorale” (EG 33).
In AC conosciamo bene le regole della democrazia associativa che chiede l’avvicendamento nella logica di essere qui a svolgere un servizio, custodi di qualcosa che ci è affidato, non proprietari, ma custodi protagonisti nell’associazione che è degli aderenti, custodi della Vigna del Signore.
Chiedo a ciascuno di partecipare a questo momento di vita ecclesiale, con la presenza, la preghiera, la disponibilità. Auguro ad ogni Consiglio Pastorale Parrocchiale di essere il cuore della comunità locale, Chiesa che rimane fedele a se stessa e si rinnova, segno della presenza di Dio in questo tempo e in questo territorio, con la forma del poliedro che incontra culture e linguaggi.
* presidente diocesano