Discernere in Cammino: Campi estivi 2018

Mag 29, 2018 | 0 commenti

* di Raffaella Rozzi

La scelta del titolo delle esperienze della proposta estiva dell’Ac diocesana non si esaurisce in se stessa, non vuole solo mettere a tema il discernimento ma intende dare una direzione, attivare un processo, iniziare un percorso.
Indicare nel titolo un verbo dice che l’estate sarà parola importante, centrale, come lo è un verbo nell’economia di una frase, in particolare ne è la struttura portante, anche la forma all’infinito, ovvero senza un soggetto preciso, interpella ciascuno, ognuno è invitato a farsi coinvolgere nella dinamica esplicitata dal verbo.
Veniamo a “discernere”: perché discernere in un tempo come quello estivo che nell’immaginario collettivo narra divertimento, distensione, riposo, vacanza ovvero quel vuoto di lavoro e di ordinarietà che chiede di essere riempito da qualcosa di straordinario da nutrire e consolare nel tempo dell’ordinario, uno straordinario che ricarica le batterie che dovranno sostenere l’ordinario. I tempi e gli spazi sono dilatati, la fretta rimane a casa, non si vuole correre anche in vacanza, essere assillati dalle cose da fare, ma si vuole vivere quel momento in pienezza. Tempi che rispettano la vita della persona, anche questo dice discernere.
Discernere chiede di cambiare il punto di vista, di guardare alla realtà con un altro sguardo, di allontanarsi dal tempo vissuto ed osservarlo dall’esterno, da una certa distanza, non eccessiva ma adeguata a distinguere ancora i particolari e ricordare quei dettagli che permettono una fedele ricostruzione dell’anno trascorso. È quel processo che opera la nostra mente nell’organizzare i ricordi e i pensieri, li sposta dalla memoria a breve termine e li deposita in quella a lungo termine, in quel bagaglio che costituisce la vita di ciascuno.
Il tempo estivo chiede a ognuno di fare questa operazione per la propria vita, il tempo estivo è una tappa di tale processo, magari quella decisiva per le scelte del futuro, se penso agli studenti dell’ultimo anno di liceo che si apprestano a scegliere la facoltà che sarà la scelta non solo professionale della loro vita … Al termine degli esami, si arriva al dunque, occorre scegliere, sapendo che la scelta comporta una non scelta, prendere questo, significa lasciare quello e tutto ciò che ne deriva. Sicuramente ne hanno parlato con gli amici, con i genitori, con gli insegnanti, con il catechista, con il prete, con l’allenatore, con un amico in particolare, per condividere la fatica di scegliere ma soprattutto per esprimere sottovoce un sogno, una meta, più o meno consapevoli che, tra dire e fare, c’è sognare. Condividere questo percorso che porta alla scelta è trascorrere serate insieme, alzare gli occhi al cielo per guardare le stelle, fare insieme i mestieri di casa, mettersi in cucina a preparare il piatto preferito, sedersi sulle panche di una chiesa, ascoltare, pregare, toccare il cielo con un dito, cadere a terra, percorrere un erto sentiero di montagna, conquistare una vetta, distendersi su uno scoglio, lasciarsi bruciare dal sole, mettersi la crema protettiva, giocare con i più piccoli, leggere, parlare, scrivere, fare silenzio, urlare, cercare, trovare, perdersi e ritrovarsi.
Tutto ciò è chiesto e donato all’associazione, ad ogni aderente ma soprattutto insieme come momento di discernimento condiviso, la proposta estiva vuole essere un tempo e uno spazio in cui ritrovarsi, fermarsi, confrontarsi, sempre con lo sguardo al passato che ci sostiene e al futuro che sta davanti, abitare questo tempo e questo spazio con la consapevolezza che coloro con cui siamo sono forieri di idee e di vite più grandi della mia. Nella vita associativa discernere è un cammino condiviso, in cui ciascuno è prezioso, ma sempre insieme perché il tutto è superiore alla parte, ogni particolare dice una vita ma il tutto è narrato dalla vita associativa.
“In cammino” perché le diverse esperienze sono contraddistinte dal mettersi in viaggio, ed alcune in particolare hanno il cammino dei pellegrini come tratto specifico, penso ai giovani e alle famiglie.
Perciò proponiamo esperienze specifiche per i diversi settori e un momento unitario.
I ragazzi e le famiglie saranno ospiti di due case alpine, rispettivamente “Maria Nivis” a Torgnon e “Petit Rosier” a Champorcher, gestite dalla cooperativa Coompany, legata all’Ac di Alessandria, qui troveranno l’accoglienza di chi ha dato tutto e ricevuto molto di più; Dario, Francesca, Manuela e fra Beppe offrono una seconda possibilità a coloro che la società ha messo da parte e che qui riprendono in mano la vita. I campi quindi ricevono un valore aggiunto dall’esperienza: certamente attività, confronto, formazione, preghiera, gioco, passeggiate saranno gli ingredienti fondamentali, sia per i ragazzi che per le famiglie, con i figli in età prescolare o ai primi anni della scuola primaria. Al campo “famiglie” è benvenuta ciascuna famiglia che desideri vivere una bella esperienza che faccia bene alle relazioni e alla vita stessa.
La proposta per giovanissimi e giovani è quella del pellegrinaggio diocesano “Camminando”, partendo da Lodi, attraverso Gubbio e Assisi, per raggiungere Roma con il vescovo Maurizio ed incontrare papa Francesco.
Alcune famiglie hanno accolto l’invito a partecipare all’incontro mondiale delle famiglie a Dublino: le diverse città che hanno accolto le famiglie, nel corso degli anni, narrano i diversi cammini che si intersecano per arrivare insieme alla meta, un’esperienza di gioia per il mondo.
Da ultimo perché sia il tutto che dona senso alle parti, un fine settimana formativo per tutti, giovani e adulti, a giugno in cui spostarci a Calino, al centro di spiritualità Oreb, abbastanza isolato dalla città ma sufficientemente vicino a Lodi per essere raggiunto in un’ora di viaggio. Saranno guida le parole e le opere di Paolo VI, mediante i discorsi all’Ac e le opere d’arte conservate presso l’omonima collezione a Concesio. Saranno spunti attorno ai temi costitutivi della vita associativa, con un metodo che ci farà sperimentare una modalità per discernere insieme. Incontrare realtà associative vicine quali l’Ac di Brescia permetterà di avere uno sguardo sulla realtà, superiore all’idea, mentre il consiglio diocesano aperto vuole essere un momento condiviso per discernere l’essenziale della nostra vocazione originaria ai fini di quella “conversione missionaria”, invocata da Papa Francesco.

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