* di Raffaella Rozzi
Martedì mattina tutti gli studenti e le studentesse hanno esultato per la fine dell’anno scolastico, abbiamo sentito caroselli di auto sfrecciare su viale Europa, suoni di trombe da stadio accompagnare gruppi di studenti, vociare sommesso di frotte di adolescenti … ma non tutti hanno vissuto così la mattinata anzi gli studenti delle classi terminali, in particolare le terze della scuola secondaria di primo grado e, presumo, anche quelli di quinta superiore, aspettavano la pubblicazione del calendario degli esami, chiedevano conferme sull’elaborato consegnato nei giorni scorsi, tentavano di spostare le sedie vicine … ora dopo ora è cresciuta la consapevolezza che quelli erano gli ultimi momenti per sentirsi classe. La mia proposta è stata quella di provare insieme a ripercorrere tre anni in cui è avvenuta la trasformazione da bambini ad adolescenti, un cambiamento non solo nell’aspetto, nel modo di vestire, nella voce ma anche nel carattere, nell’atteggiamento, nel modo di pensare e di esprimersi. Pensare è un’azione che richiede impegno, che muove emozioni anche forti, che fa sgorgare lacrime, ma è un’azione necessaria per diventare consapevoli di un percorso il quale conduce a nuovi traguardi. Dopo l’esame, il primo esame della loro vita, auguro ai miei studenti di vivere questi mesi estivi non come un tempo vuoto, così sarebbe l’etimologia di vacanza ovvero un tempo sospeso, un tempus vacuum, piuttosto come un tempo pieno di esperienze vissute insieme, un tempo di allenamento della mente e del corpo, un tempo in cui viaggiare con il protagonista di un romanzo, costruire una scatola con materiali di riciclo, cucinare un piatto per la famiglia, un tempo in cui osservare lo spazio che ci circonda con uno sguardo nuovo per scoprire angoli sconosciuti delle nostre città, un tempo in cui prendersi cura delle belle relazioni di amicizia. L’estate sia davvero un tempo eccezionale, come ci ricorda l’ACR. Lo sia non solo per i ragazzi e le ragazze ma lo sia per tutti, in ogni ambito della vita. Allora anche l’estate associativa sia ricca di incontri, di esperienze condivise, di servizio, di momenti che nutrono l’anima con la Bellezza della natura e dell’arte, di preghiera, di ascolto della Parola … l’estate sia il tempo del discernimento comunitario che chiede ascolto profondo del tempo in cui viviamo, lettura attenta del vissuto delle famiglie e delle comunità, sguardo lungimirante e profetico dei passi futuri. Il Consiglio Diocesano riparte proprio da questo esercizio condiviso per continuare quei processi, avviati nella scorsa estate, rallentati e cambiati dalla pandemia. Ciascun aderente, ciascuna associazione, ciascun settore è invitato ad essere protagonista del percorso attivo che avrà le caratteristiche della gratuità, della mitezza, della popolarità, della laicità necessarie per abitare l’imprevisto, come ha ricordato Papa Francesco all’AC lo scorso 30 aprile. Certamente non può mancare lo stile sinodale che caratterizza da sempre l’Azione Cattolica, oggi, più di ieri, deve essere vissuto in tutta la Chiesa. Fare sinodo “è camminare insieme dietro al Signore e verso la gente, sotto la guida dello Spirito Santo. Laicità è anche un antidoto all’astrattezza: un percorso sinodale deve condurre a fare delle scelte. E queste scelte, per essere praticabili, devono partire dalla realtà, non dalle tre o quattro idee che sono alla moda o che sono uscite nella discussione. Non per lasciarla così com’è, la realtà, no, evidentemente, ma per provare a incidere in essa, per farla crescere nella linea dello Spirito Santo, per trasformarla secondo il progetto del Regno di Dio.” Facciamo nostre le parole del Papa per essere donne e uomini che abitano insieme questo tempo, che si prendono cura del Bene comune, che custodiscono, con mitezza, i semi che trasformano la nostra storia. Buona estate!