di Gabriele Gorla
Recensione de “L’ALFABETO DELLA PREGHIERA E’ QUELLO DELL’AMORE” di Gualtiero Sigismondi
Questo piccolo volume, edito dalla casa editrice AVE, non vuole insegnare a pregare ma a ricercare nella propria intimità lo sguardo di Dio. Vedendolo può riportare alla memoria quel celebre novum lepidum libellum (Cat, Carm I) di cui Catullo fece omaggio al suo amico Orazio: novum perché è fresco di stampa, lepidum per la bellezza e la delicatezza nella trattazione, libellum per le esigue dimensioni che non compromettono affatto il fine. Gli aspetti messi in risalto sono cinque e sono stati definiti dal presule folignate attraverso una perifrasi composta da un sostantivo che indica la modalità dell’azione e da un complemento di specificazione che indica l’atto d’uomo.
Attraverso il parallelismo con l’esperienza dell’amore, l’autore riesce a trasmettere l’intensità del pregare, non come atto momentaneo ma come dialogo affettivo continuo. Così come nell’amare, anche nella preghiera personale è fondamentale incontrare lo sguardo dell’Altro facendo silenzio. Infatti egli parla della preghiera come di un cantus firmus sul quale si impostano tutte le voci: così, attraverso un climax ascendente, il rapporto con Dio è paragonabile all’amore, dallo sguardo iniziale fino all’apice, nel bacio. Proprio nell’apice della passione, nell’innamoramento, e della fede, nella preghiera, si arriva ad un punto in comune: l’adorazione, intesa nel senso etimologico del termine ad-oratio, verso la parola, la bocca (in latino os, oris). Per arrivare all’adorazione bisogna saper pregare col cuore, bisogna saper dialogare con le lacrime per poi passare alla corporeità dell’abbraccio, che ci avvicina alla persona amata, a Dio. Il saper abbracciare è fondamentale perché la nostra religione comprende momenti di preghiera personale ma altresì di preghiera comunitaria, liturgica che sono il riflettersi benigno dell’incontro particolare di Dio con ognuno.
Il sapore che ci lascia in bocca questo libro è la consapevolezza di pregare veramente, in due parole: osiamo pregare!