Meditazione di Luca e Anna Alquati per le famiglie- pomeriggio di spiritualità di inizio Quaresima

Feb 29, 2020 | 0 commenti

FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME

Dal Vangelo di Luca [Lc 22,14-20]

14 Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15 e disse loro: “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16 perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”. 17 E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e fatelo passare tra voi, 18 perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio”. 19 Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. 20 E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi”.

Riflettere spezzando la Parola di Dio  (Luca Alquati)

Del brano che ci hanno proposto per la riflessione due parole ci hanno colpito: desiderio e memoriaDel brano che ci hanno proposto per la riflessione due parole ci hanno colpito: desiderio e memoriaDue parole pronunciate da Gesù.

“Ho tanto desiderato di mangiare con voi questa Pasqua” [Lc22, 16a]

“Ho tanto desiderato di mangiare con voi questa Pasqua” [Lc22, 16a]

“Fate questo in memoria di me” [Lc 22, 19b]

Queste due parole sono tra loro molto legate soprattutto se le pensiamo alla luce del nostro matrimonio.

Desiderio

Cogliamo il desiderio nell’accezione di speranza, di ricerca di ciò che ci manca e proprio perché è importante e ci manca è desiderato, ma anche una presenza: ciò che si desidera è già presente nell’atto stesso del desiderio.Se pensiamo all’atteggiamento di Gesù prima dell’ultima cena ci accorgiamo che Lui voleva ardentemente raggiungere i suoi discepoli per unirsi a loro; la forza travolgente dell’amore nascosto nel suo desiderio si è realizzato nel dono di tutto sè stesso corpo e sangue, e ancora oggi ci pare di sentirLo ripetere: “Ho tanto desiderato di mangiare con voi questa Pasqua”Anche noi, come Lui, da fidanzati, da innamorati abbiamo desiderato dare corpo e anima al nostro amore, quanto abbiamo atteso il giorno del nostro Sì perché il nostro Amore potesse essere pieno e completo e quando lo abbiamo vissuto, l’amore e la passione ci hanno travolti e ci siamo detti: «Dobbiamo farlo ancora, facciamolo ancora! Per sempre!».Gesù ha un desiderio “da Dio “che umanamente non possiamo comprendere, ma conosciamo la forza del nostro desiderio, del nostro desiderare mia moglie e mio marito! Da questo possiamo intuire queste parole di Gesù «Ho ardentemente desiderato di mangiare con voi questa Pasqua» come un desiderio di Amore di Dio per me, per la mia coppia, per tutta l’umanità.Se questo è il desiderio che muove Gesù si comprende perché Lui voglia farne memoria ancora, ogni giorno, per sempre.

Memoria

Secondo la tradizione biblica, “ricordare”, “far memoria” non è semplicemente richiamare alla memoria un evento o una persona con un atto interiore, intellettuale o psicologico, ma significa ricompiere un atto, richiamarlo con il racconto della sua storia, sapendo che nel momento in cui lo si attualizza esso ha la stessa efficacia che aveva in origine: memoriale.Secondo la tradizione biblica, “ricordare”, “far memoria” non è semplicemente richiamare alla memoria un evento o una persona con un atto interiore, intellettuale o psicologico, ma significa ricompiere un atto, richiamarlo con il racconto della sua storia, sapendo che nel momento in cui lo si attualizza esso ha la stessa efficacia che aveva in origine: memoriale.Per venire al nostro brano significa che il «Fate questo in memoria di me» è un comando esplicito di Gesù di ri-attualizzare, ri-vivere nel tempo quel gesto e quel contenuto vissuti da Lui. Gesù non ci vuole semplicemente raccomandare: «Ricordatevi, non dimenticatevi di me!» ma ci invita a rivivere il mistero che Lui ha celebrato.Tutte le volte che diciamo: «Fate questo in memoria di me», riattualizziamo quella stessa cena, scompare il tempo e noi siamo resi commensali di Gesù. Per la nostra cultura e il nostro modo di pensare, che tende a bruciare tutto e subito e a non avere nessuna memoria, a nascondere i ricordi e vivere solo l’oggi, ci risulta un po’ difficile entrare nella logica del “memoriale”.Per la nostra cultura e il nostro modo di pensare, che tende a bruciare tutto e subito e a non avere nessuna memoria, a nascondere i ricordi e vivere solo l’oggi, ci risulta un po’ difficile entrare nella logica del “memoriale”.Per capire meglio il significato di «fare memoria» proviamo ad attingere alla nostra relazione d’amore.Quando bacio mia moglie o mio marito in modo intenso e profondo questo bacio contiene ed esprime tutta la nostra storia passata, il nostro fidanzamento, i nostri lunghi anni di matrimonio, ma non solo, questo bacio è anche un ponte sul futuro, sul ”per sempre” che ci siamo detti il giorno del nostro Sì e che ancora vuole realizzarsi. “Ti bacio perché voglio amarti anche domani, perché voglio che tu sappia che il mio domani è con te”. Il bacio, come ogni atto coniugale, allora contiene una storia del passato, attualizza quella storia nel presente ed è annuncio di un legame che andrà avanti nel tempo futuro per sempre.Quanto è pieno di vita quel bacio che oggi do a mia moglie e a mio marito!Così, in quel «Fate questo in memoria di me» c’è la volontà esplicita di Gesù di riattualizzare, come in un bacio, una storia d’amore, la sua storia d’amore con me e con la mia coppia.Il mio “Ti amo” detto a mia moglie o a mio marito, è allora strettamente legato al “ti amo” che Gesù dice a me.Quando facciamo comunione tra di noi, quando facciamo l’amore noi stiamo onorando come sposi cristiani quel “Fate questo in memoria di me”, fatelo ancora, facciamolo ancora!. Un ordine dato da un amore, che non accetta di vivere solo di atti passati: a chi di noi basta essersi amati solo la prima notte di nozze? A chi di noi basta aver ricevuto attenzioni e carezze solo nei primi mesi di matrimonio? A noi non basta. Cambieranno con l’età, i modi e i tempi ma la nostra intimità chiede di essere vissuta ogni giorno per tutta la vita.Solo così si realizza quello che dice San Paolo nella lettera agli Efesini: «E i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!» [Ef 5, 31-32].

“Prendete e mangiate questo è il mio corpo “[Lc22,19]

Tutti noi sposi siamo annunciatori di questo mistero grande.Tutti noi sposi siamo annunciatori di questo mistero grande.Ma per vivere a fondo questo Mistero, occorre passare attraverso la croce e giungere alla resurrezione.Noi sposi lo dobbiamo vivere come la morte all’io, per risorgere al noi.Morire all’io non significa annullarsi, dissolversi, ma morire al nostro egoismo, perché se c’è egoismo non c’è amore, ma possesso e quanti egoismi dai più grandi ai più piccoli viviamo ogni giorno?Risorgere al Noi è trasfigurare il nostro essere perché io possa vivere nel cuore e nella vita di mia moglie, e viceversa e insieme possiamo essere testimoni della luce del risorto, colui che ci chiede di essere e di fare memoria di lui, memoria del nostro Sì scambiato il giorno del nostro matrimonio.Proprio in quel giorno abbiamo deciso di diventare un NOI e oggi nella quotidianità questo si sta realizzando.

Riflettere spezzando la Parola di Dio – Annamaria Scaglioni

L’eucarestia come “memoria di comunione”

Quante volte quando partecipiamo all’Eucarestia e sostiamo in silenzio davanti ai gesti ed alle parole della consacrazione, ci viene spontaneo mettere davanti a Dio la nostra vita, i momenti che stiamo vivendo, le nostre difficoltà e tutte le persone che ci sono care.Quante volte quando partecipiamo all’Eucarestia e sostiamo in silenzio davanti ai gesti ed alle parole della consacrazione, ci viene spontaneo mettere davanti a Dio la nostra vita, i momenti che stiamo vivendo, le nostre difficoltà e tutte le persone che ci sono care.Portiamo con noi la nostra famiglia, i nostri amici e spesso anche coloro che ci fanno ferito perché vogliamo trovare un modo per ricucire rancori e divergenze.Ci sentiamo in un momento privilegiato nel quale la distanza fra noi ed il nostro Dio è sparita, siamo nell’anticamera del Paradiso dove sentiamo il Respiro del nostro Dio. Non lo vediamo, se non nascosto in un’ostia immacolata ma percepiamo la sua presenza viva che si fa vicina, quasi riusciamo a toccarla e poi Lui entra nel nostro corpo e sosta, fino a sciogliersi e diventare parte di noi stessi.In quel momento sentiamo dal sacerdote una parola precisa che ri-eccheggia con insistenza e ci ripete “Fate questo in memoria di me!”. Sembra che Lui, Gesù, voglia fortemente divenire un ricordo vivo della nostra memoria. La sua storia di 2000 anni fa vuole fare parte della nostra storia e divenirne un ricordo vivo, diretto.Sembra che Lui, Gesù, voglia fortemente divenire un ricordo vivo della nostra memoria. La sua storia di 2000 anni fa vuole fare parte della nostra storia e divenirne un ricordo vivo, diretto.Sembra volerci dire che ciò che ha fatto per i suoi discepoli, i suoi amici, parenti, le donne che lo seguivano, l’avrebbe fatto anche oggi per me, per te, per tutti noi. Ha amato i suoi e con loro ama ancora oggi tutti noi.La forza del suo amore non si è spenta, non si è consumata nel tempo ma è ancora viva e batte forte per me oggi.Il suo è un amore grande, capace di donare la vita, tutto, senza riserve, anche per un amore non ricambiato, anche per un amico dubbioso, infedele o codardo che lo tradisce o lo rinnega.Gesù consuma la sua ultima cena in un clima strano, tutt’altro che sereno; erano momenti di paura, tutto era stato organizzato di fretta, da gente estranea, non dagli invitati né da Gesù eppure, malgrado questo Gesù ha compiuto fino all’ultimo il suo dono di amore per i suoi. Lui è divenuto la portata principale della cena, infatti c’erano il pane, il vino ma…la carne, l’agnello, chi l’ha preparato? Nessuno! Lui è diventato il piatto principale da condividere insieme. L’incontro, la relazione con Lui, erano il pretesto per stare insieme, tutti, ancora un’ultima volta, per gustare il piacere della sua compagnia ed attingere alle sue Parole di Vita.Questa Relazione di Comunione vera e sincera fra fratelli è il messaggio fondamentale di Gesù di cui oggi “fare memoria”. Siamo tutti figli di questa Comunione e fratelli legati profondamente gli uni agli altri da un destino comune. Questo è il fulcro del suo messaggio d’amore di cui fare memoria viva ogni giorno.Noi sposi esprimiamo una forma speciale e privilegiata di questo amore totalizzante che noi riserviamo quotidianamente alla persona che abbiamo scelto di amare, ma non solo, questo amore ci apre agli altri che sono: i nostri figli, i figli dei nostri figli, le loro nuove famiglie, gli amici etc.Anche noi desideriamo come Cristo, che il nostro amore, i nostri sacrifici, le nostre fatiche quotidiane siano impresse nella memoria di chi ci vive al fianco, marito e …figli …Anche noi a volte viviamo nell’incomprensione, nella paura, nella difficoltà eppure come Cristo andiamo avanti.Anche noi a volte subiamo tradimenti o rinnegamenti proprio da coloro che amiamo e per questo soffriamo, anche noi a volte procuriamo tutto questo ai nostri cari e loro ci amano ancora.Per tutto questo il nostro amore coniugale si fa immagine dell’amore di Dio per noi, nel nostro sapere resistere ai nostri limiti, alle nostre differenze a volte insormontabili, alle nostre colpe e ai nostri tradimenti … questa nostra fatica quotidiana rende grande il nostro amore e solo quando riusciamo a mettere da parte il nostro egoismo e riusciamo a fare il primo passo verso l’altro ricostruiamo quella Comunione che ci riporta al benessere della nostra relazione, ci fa respirare un’aria fresca, assaporare il profumo del nostro amore, ancora più intenso di quello del primo giorno perché sicuramente più maturo.Ecco, in questa Comunione di Vita facciamo memoria del Suo Amore per noi e viviamo l’Eucarestia!

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