di Angelo Maffi *
Riassumere la vita associativa di questi ultimi mesi in un breve testo non è semplicissimo. Siamo stati letteralmente investiti da una situazione di crisi generale che ha cambiato radicalmente il nostro stile di vita e, probabilmente, non potrà tornare tutto come prima in breve tempo. Siamo passati dalle informazioni di un virus letale che stava colpendo una regione della Cina, ad un pericolo concreto, invisibile e più che mai temibile giunto sino a “casa nostra”. Non ci saremmo mai immaginati (almeno personalmente) di essere catapultati da momenti condivisi di aggregazione e di gioia, quale ad esempio l’assemblea diocesana, al ritrovarci assieme in una stanza di Ospedale indossando mascherine e ben distanziati l’uno dall’altro. Si è passati dal dialogo comunitario e dal baccano esplosivo dei nostri Acerrini, alla tristezza ed al silenzio opprimente. I primi giorni della reclusione forzata sono trascorsi nel segno di un totale e completo smarrimento rinforzato dal terrore di compiere qualche azione errata che avrebbe potuto compromettere la nostra saluta e quella dei nostri cari. Ogni sirena portava inevitabilmente al pensiero verso un altro fratello in difficoltà. L’essere “relegati” in casa, raggiunti da notizie di ricoveri sempre più frequenti e informati della perdita di familiari di persone amiche (oltre che aderenti alla medesima associazione) ha reso ancora più insopportabile la situazione già drammatica.
Poi, lentamente, il passare dei giorni ci ha aiutati a metabolizzare leggermente la pandemia e la convivenza con essa. I messaggi di vicinanza non più di natura fisica, ma di tipo morale e spirituale, ci hanno ricollegati al senso profondo di comunità che ci distingue. Le brevi riflessioni del nostro Parroco Don Giancarlo, inviate attraverso i social a tutti i componenti della realtà parrocchiale e inoltrabili a chiunque li volesse ascoltare, sono stati quella parola di conforto e di rassicurazione che ci ha accompagnati e ci continua a guidare nella dimensione della quotidianità trasformata. E’ bello ricevere delle brevi riflessioni riguardanti episodi evangelici, oppure i “minuti con Dio” e “ la quaresima in pillole, come sono stati definiti. Quando sono riprese le funzioni religiose, esse sono state presenziate, per ovvi motivi, da un numero limitatissimo di soggetti (ora visibili attraverso i social o altri canali di comunicazione telematici). Degna di nota è stata la via Crucis il Venerdì Santo per le vie del paese; si è potuto percepire l’attenzione all’evento da parte dei parrocchiani attraverso segni di partecipazione, se pur a distanza, quali addobbi sui balconi o ceri sulle finestre. Sono stati raggiunti tutti e al termine dei momenti riflessivi molte persone si sono affacciate per un semplice saluto o per rivolgere un augurio di buona Pasqua.
Occasioni di condivisione a distanza tra gli aderenti parrocchiali durante le quali esporre idee, valutare prospettive o semplicemente fare delle domande non ce ne sono state. Le informazioni generali della comunità sono state diffuse attraverso i canali di comunicazione (anche semplicemente per lo scambio degli auguri di Pasqua).
Nella prossima settimana è stato definito un consiglio pastorale durante il quale si potrà discutere, in linea generale, dell’organizzazione delle future funzioni religiose e cercare di prevedere la ripresa delle attività nei vari gruppi di lavoro (tra cui quello di Azione Cattolica) in linea con le disposizioni definite a livello normativo.
Il ritrovarsi mercoledì sera come partecipanti al Vicariato, è stata innanzitutto un’occasione di ritrovo e condivisione di ogni singola realtà territoriale, ma soprattutto un’opportunità durante la quale aver potuto confrontarci su prospettive, fragilità e trasformazione dei metodi di “fare Associazione” nella speranza di ritrovarci presto faccia a faccia legati dal comune spirito di fratellanza che ci contraddistingue.
* Presidente AC di Bertonico