di don Luca Pomati
Tante volte sentiamo parlare, quante poche volte invece ascoltiamo colui che ci parla: così sarà capitato nella casa di Betania dove vivevano le due sorelle Marta e Maria, parole pronunciate e chissà se sentite o ascoltate. Sembra quasi che tra quelle due sorelle che vivevano insieme ci fosse un deserto di bui silenzi, di parole disorientate e di sguardi ciechi. Marta si lamenta con Gesù senza rivolgersi alla sorella e degnarla di uno sguardo, un vento di parole che risuonano nella casa e pensieri che vibrano su muri invisibili. Altro che casa, sembra di abitare nella solitudine del deserto!
Dice un proverbio arabo: «Là nel deserto non c’è che un rumore: il gemito del vento. È il deserto che piange perché vorrebbe essere prateria. È l’implorazione della terra riarsa – dell’anima assetata – che attende la rugiada dal cielo.»
Anche nella casa di Betania e nella casa della nostra associazione vogliamo udire la voce di un tenue silenzio e attendere la brezza leggera del deserto. Il profeta Osea ricevette da Dio quest’invito: “Vieni nel deserto, perché voglio parlare al tuo cuore” (Osea 2,14). È la chiamata che il Signore rivolge anche a noi e che in Avvento e Quaresima vogliamo accogliere per entrare nel “deserto” e vivere questa esperienza di preghiera.
Nel racconto della casa di Betania, icona biblica che ci accompagna in questo anno associativo, l’evangelista Luca ci vuole condurre nel “deserto dove Dio parla al cuore” con un gioco di triangolazione di luci e di riflessi tra Marta, Gesù e Maria, seguendo questa combinazione di passaggi arriviamo ad osservare quella donna che sta ai piedi di Gesù, attratta dalla voce del maestro, tutta raccolta per non perdere un filo di rugiada e nutrirsi di ogni parola che esce dalla bocca del maestro.
Il deserto, che Dio propone all’uomo, è abitato da un dialogo profondo e accorato, da un ascolto fecondo e delicato. È necessario, oggi più che mai, entrare nel deserto e ritornare al proprio cuore. Il cammino interiore dell’uomo non è una traversata in solitaria, ma quello che scruta orizzonti di umanità, percorre sentieri che Dio apre, dimora nel calore del roveto ardente che arde, ma non consuma e lascia spazi di incontro e oasi di dialogo con Dio.
Un’autentica spiritualità evangelica è un continuo, delicato, riconquistato equilibrio tra contemplazione e impegno, deserto e storia, l’assoluto di Dio e il quotidiano umano.
Solo nel deserto troviamo lo spazio spirituale per il proprio impegno nella storia, solo nella preghiera ci presentiamo e ritorniamo al «cuore di Dio», che è il cuore di tutte le creature e di tutti gli avvenimenti.
Così nasce e cresce l’uomo nuovo: quando si incontra Dio «a tu per tu» si entra in quella novità radicale che costruisce il «noi», perché si creano e si stabiliscono con tutti gli altri relazioni e incontri in uno stile che va oltre la logica del sangue, degli interessi, degli egoismi, delle convenienze. Papa Francesco nell’esortazione Gaudete et exultate ci ricorda che “La santificazione è un cammino comunitario”, un esodo nel deserto verso la terra promessa.
Ad ognuno l’invito a rispondere nella preghiera personale che deve ritmare il nostro cammino e l’appuntamento alla casa della Gioventù in Avvento e in Quaresima, per pregare nel “DESERTO” dove incontrare il Maestro che dona ciò di cui veramente c’è bisogno, per poi ripartire irrobustiti per la città degli uomini come pellegrini di libertà, di giustizia e di pace.
La preghiera del Deserto si terrà presso la cappella della Casa della Gioventù di Lodi dalle 19 alle 21 e sarà un tempo aperto dove poter arrivare quando puoi e sostare quanto desideri.
In Avvento sarà Lunedì 10 e 17 dicembre, mentre in Quaresima Lunedì 18 e 25 marzo e 01 aprile