SEME DI CURA NEL MONDO

Gen 19, 2021 | 0 commenti

* di Raffaella Rozzi

L’alba del 2021 è arrivata, carica di speranza, attesa dai più per voltare pagina, per dimenticare, attesa da altri per custodire quei semi che abbiamo messo sotto terra nella certezza che nuova vita sarà generata, senza fretta ma con tutta la tenacia necessaria al seme per germogliare, farsi strada nel buio, rompere la superficie terrosa e fare capolino tra le zolle, intrise di acqua e concime, nutrimento per il tenero germoglio. L’attesa diventa quindi operosa: i giorni e i mesi trascorsi ci affidano una memoria da trasformare in bene per nutrire il futuro. Abbiamo visto tanti gesti di cura compiuti in modo spontaneo da persone che hanno affermato semplicemente di fare il proprio lavoro, il proprio dovere, ma a noi sono apparsi come segni di attenzione verso chi era malato, solo, stanco, sfinito, un’attenzione che si è trasformata nell’accompagnare, farsi compagni di strada, sostenere, sollevare nei momenti difficili. Alcune persone hanno ricevuto un riconoscimento ufficiale del Presidente della Repubblica, come esempio di un Paese ricco di umanità, molti hanno ricevuto un grazie, espresso dallo sguardo, un grazie che ha dilatato il cuore.

E’ necessario rileggere il messaggio che Papa Francesco ha scritto per la 54esima Giornata Mondiale della Pace, poiché la sua forza non si esaurisce in qualche incontro di presentazione o in un articolo, piuttosto pervade la quotidianità con il monito di prenderci cura delle persone, delle cose, del territorio, per indicare tre parole, comprensive di un mondo, che abbiamo imparato a conoscere nel percorso di preparazione al XIV Sinodo diocesano.

Proprio la cura è il tratto distintivo di questo nuovo anno per l’Azione Cattolica, ad ogni livello. Nella ferialità, continua il servizio di prossimità da parte di ogni aderente che attraverso una telefonata, una preghiera insieme, una spesa consegnata, è vicino a chi, più o meno anziano, è costretto alla solitudine. Il Consiglio Diocesano, cuore dell’AC, costituito da aderenti che sono stati democraticamente scelti per rappresentare il noi, che è l’associazione, si prende cura della Chiesa locale con un percorso di ascolto reciproco e di discernimento comunitario, per dare il contributo specifico associativo, nell’itinerario verso il Sinodo. Lunedì sera è stato fatto un primo momento di ascolto, preceduto dal primo passo, fatto dai ragazzi dell’ACR, che ci hanno raccontato, attraverso un video, l’esperienza vissuta a Roma con il Sinodo dei ragazzi, nell’autunno del 2019, per contagiare giovani e adulti con la gioia di camminare insieme, come dice l’etimologia di sinodo, appunto, per essere protagonisti della Chiesa di oggi e di domani.

L’AC ha narrato, durante l’incontro annuale “La Dimora”, le diverse modalità di prendersi cura delle fragilità delle famiglie, anche attraverso l’iniziativa della “spesa sospesa” e della “pizza sospesa”. Inoltre la partecipazione alla rete “Umanità Lodigiana” è per l’AC esprimere la consapevolezza di cura di un territorio e delle persone per abitare il Lodigiano in modo consapevole e insieme.

La cultura della cura porta in sé una preoccupazione speciale per le nuove generazioni, che paiono stare bene in un mondo virtuale, invece urlano al mondo adulto di non togliere loro il futuro: prendersi cura dei ragazzi e dei giovani, che sono il futuro presente dell’umanità, è il cuore della cura. L’AC di Casalpusterlengo ha deciso di colmare la distanza tra studenti e scuola con il progetto “Noi ci siamo”, aprendo i locali dell’oratorio per accogliere quegli studenti che altrimenti non riuscirebbero a seguire la didattica a distanza, rimanendo a casa. Giovani e adulti insieme si prendono cura della cultura! Un’esperienza concreta da condividere per superare le distanze e annullare le differenze.

Tante attività per rendere operosa l’attesa, per esserci noi ad accogliere il primo germoglio, noi insieme che abbiamo perso tempo per l’altro, per ascoltare, pregare, sorridere, servire. Grazie perché insieme si va più lontano!

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