L’Azione Cattolica Ragazzi si colloca in uno scenario pastorale che vede nuove linee di lavoro quali gli orientamenti per la catechesi e il rilancio degli oratori. In tutto ciò, l’ACR porta i suoi elementi caratterizzanti: il metodo esperienziale, il protagonismo dei ragazzi e la vita di gruppo.
L’Acr deve stare in tale contesto proponendo una formazione di qualità, in cui vivere esperienze di significati vitali, che incontrano e rimotivano l’esistenza dei ragazzi stessi, nel proprio iter di crescita e cambiamento.
Questa proposta vitale, coinvolgente e alta è da declinare con tre attenzioni: motivare, fare qualcosa di completamente nuovo, attraverso segni di discontinuità, rilanciare l’idealità. La scelta del gruppo è essenziale perché la fede è un’esperienza comunitaria.
Quale educatore?
Certamente un educatore capace di far fare qualcosa ai ragazzi, non solo animatore ma appassionato, attento alla vita dei bambini. Educatori che ascoltano i ragazzi e i bambini nei loro vissuti, adattano l’attività a quel momento particolare, tenendo fermo il fine del percorso intero. Ciascun educatore ha un gruppo di nomi propri, gruppo come strumento non come fine, che è sempre la formazione cristiana della coscienza.
Educatori spirituali, che fanno risuonare dentro loro stessi ciò che vivono e lo mettono in rapporto con il Vangelo, cercano di curare la propria vita di fede, possono far incontrare ai ragazzi quella parola buona del Vangelo. Soprattutto con i preadolescenti, un educatore un po’ teologo, ovvero uno che ha pensato il suo credere, ha gli strumenti per far capire che la sua fede è pensata, anche nei dubbi. Educatore teologo è un educatore che riflette sulla sua vita, sul suo credo, con uno stile attivo e contemplativo.