GOCCIA del 27 Aprile 2016

Apr 26, 2016 | 0 commenti

GOCCIA del 27 Aprile 2016

Riprendiamo la riflessione sugli ambiti del Convegno di Firenze. Dopo aver affrontato il tema dell’abitare e del trasfigurare, dedichiamo questo numero di Goccia all’ambito dell’annunciare. Ci facciamo aiutare dagli amici della Caritas Diocesana a cui va il nostro ringraziamento. Vi ricordiamo che è possibile segnalare contributi o mandare commenti ed opinioni scrivendo a goccia.aclodi@gmail.com.  Buona lettura!
                                                                                                                                                                       La Redazione di Goccia


TRE PAROLE CHIAVE

In una meditazione mattutina durante la celebrazione eucaristica a Santa Marta, Papa Francesco mette in risalto tre parole chiave: cammino, servizio e gratuità. Sono le tre parole per vivere la “leggerezza cristiana” di chi si sente voluto bene dal Padre, salvato da Gesù Cristo, sospinto dalla Spirito Santo.


ANNUNCIARE CON LA VITA

Papa Benedetto (durante una udienza generale di novembre 2012) ci ricorda che parlare di Dio è comunicare con forza e semplicità, con la parola e con la vita, ciò che è essenziale. Questo stile diventa un’indicazione essenziale: il nostro modo di vivere nella fede e nella carità diventa un parlare di Dio nell’oggi, perché mostra con un’esistenza vissuta in Cristo la credibilità, il realismo di quel che diciamo con le parole, che non sono solo parole, ma mostrano la vera realtà.

 

ANNUNCIARE CON LA GIOIA

La gioia è contagiosa. Mette in movimento chi la sperimenta dentro di sé e fa nascere il desiderio di comunicarla agli altri. Essa non nasconde le realtà del dolore, della fatica, delle difficoltà, dell’incomprensione e della stessa morte, ma sa offrire i criteri per interpretare tutto nella prospettiva della speranza cristiana. Un bel contributo di Giovanni Cucci tratto da Civiltà Cattolica.

 

ANNUNCIARE CON L’AMORE

La prima forma di annuncio è la testimonianza (Paolo VI). L’evangelizzazione non si esaurisce nella predicazione e nell’insegnamento di una dottrina. Essa deve raggiungere la vita. La Chiesa della testimonianza è una Chiesa che “ascolta e custodisce la Parola e la confronta con le parole degli uomini, che custodisce e ascolta”. Promuove uno “stile di vita” che dice non solo a parole, ma con i fatti, la ricerca del bene comune che passa necessariamente attraverso la condivisione, la redistribuzione dei beni e la sobrietà. È quanto argomenta in questo interessante contributo Mons. Giancarlo Perego, Direttore Generale della Fondazione Migrantes.

NOVITA’ E STUPORE

Anna Maria Gellini, recensendo il nuovo libro di Bruno Maggioni dal titolo “Nuova Evangelizzazione” sottolinea come il problema più serio non è in quale modo annunciare il Vangelo in una cultura diversa, ma come “ripensare” il Vangelo dentro questa diversa cultura. Il Vangelo è quello di sempre, ma nuovo deve essere il modo di comprenderlo, non soltanto il modo di ridirlo. 

LA PAROLA DELL’ANNO

Il mondo in cui viviamo, e che siamo chiamati ad amare e servire anche nelle sue contraddizioni, esige dalla Chiesa il potenziamento delle sinergie in tutti gli ambiti della sua missione. Proprio il cammino della “sinodalità” è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio. Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare «è più che sentire». È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare. Qui sta la necessità e la bellezza di “camminare insieme”. In allegato due interessanti contributi sul tema della sinodalità.

 

UNA TESTIMONIANZA: “VI RACCONTO I PIEDI…”

Una bella testimonianza sul giovedì santo che fa riflettere (e piangere) di P. Silvano Daldosso, missionario in Mozambico, che ci è arrivata grazie ai Lavoratori Credenti.

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