Il periodo di Avvento, che ci prepara ancora una volta a celebrare la scelta di Dio di farsi vicino all’uomo nella condivisione totale della sua stessa umanità, ci trova a riflettere sul tema della povertà. L’invito più volte rivolto da Papa Francesco alla Chiesa di farsi “povera per i poveri” trova in questo periodo il suo senso e la sua giustificazione più alta:
Dalla nostra fede in Cristo fattosi povero, e sempre vicino ai poveri e agli esclusi, deriva la preoccupazione per lo sviluppo integrale dei più abbandonati della società (EG 186)
…nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale: «La conversione spirituale, l’intensità dell’amore a Dio e al prossimo, lo zelo per la giustizia e la pace, il significato evangelico dei poveri e della povertà sono richiesti a tutti». (EG 201)
La complessità del tema e i diversi aspetti e implicazioni che la povertà assume nella vita di ogni uomo e di ogni cristiano hanno fatto sì che ne uscisse un numero particolarmente denso di contenuti, anche molto diversi fra loro. Speriamo che possa essere un buon accompagnamento verso il Natale…
Buon Avvento e buon Natale!
La Redazione di Goccia
Vasi comunicanti
Il rapporto 2016 di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale in Italia (e alle porte dell’Europa) fornisce, come ogni anno, una lettura della nostra realtà che deve diventare stimolo di riflessione e spunto di ispirazione per politiche mirate al riscatto della dignità di ogni uomo.
Con lo sguardo di Gesù
Il Card. Luis Antonio Tagle, Arcivescovo Metropolita di Manila e presidente di Caritas Internationalis, nel suo intervento al convegno di Caritas Italiana dello scorso aprile ha sottolineato come il tema della povertà non può lasciarci indifferenti, perché è proprio l’indifferenza a minacciare la famiglia umana, come ricordato anche da Papa Francesco nel suo messaggio per la giornata della pace del 2016.
Oltre l’indifferenza
Proprio in questi giorni abbiamo vissuto il Giubileo delle “persone socialmente escluse”. Chiamando gli esclusi in Vaticano, facendoli parlare, Papa Francesco ha voluto ribadire che non ci sono giustificazioni per la nostra indifferenza, ha chiesto perdono per chi si volge dall’altra parte, ha ricordato che esiste una cattedra della povertà. Perché chi in apparenza non ha nulla, spesso ha molto da insegnare.
Riportiamo il testo dell’omelia tenuta dal Papa in occasione della celebrazione e un commento scritto da Riccardo Macioni su Avvenire.
La cattedra dei poveri
I testi dell’Antico Testamento dipingono il povero con i volti degli orfani e delle vedove, degli stranieri, degli schiavi e dei malati. Figure diverse, ma tutte accomunate dalla consapevolezza di un bisogno che solo Dio può colmare. Sono questi poveri a insegnare a Israele ad attendere il Messia, il re giusto e liberatore. Ma la Bibbia rivela anche un Dio che è dalla parte de poveri, che ascolta il loro grido anche quando non ha voce e che li ama più di ogni altro. È questo stesso Dio che in Gesù si fa povero, fino ad assumere la condizione di schiavo.
Enzo Bianchi è più volte tornato su questo tema e, fra i suoi vari interventi, abbiamo scelto di riproporre quello tenuto in occasione del campo intergenerazionale di agosto 2014.
Il Regno è di tutti i poveri
“Beati i poveri”: non è facile capire e amare questa prima beatitudine. Per arrivare a vivere questo traguardo occorre un percorso che spesso dura tutta una vita, ma le porte del Regno sono sempre aperte e ci attendono.
Beati i poveri in spirito
Un poetico testo di Madelein Delbrêl, “una delle più grandi mistiche del XX secolo”, come l’ha definita il Cardinal Carlo Maria Martini.
Madelein Delbrêl (1904-1964), francese, educata in un ambiente borghese e scristianizzato, dichiaratamente atea e pessimista, dopo l’incontro con alcuni giovani cristiani “ai quali Dio pareva essere indispensabile come l’aria”, si trova a compiere un cammino inaspettato: sceglie di pregare pur non essendo già convertita e attraverso la preghiera rimane, come dirà lei stessa, “abbagliata” da Dio. Il mondo di Ivry, sobborgo parigino operaio e marxista, diventerà il suo monastero, con l’intento di vivere assieme ad altre giovani donne, mettendo tutto in comune, nella povertà, nella testimonianza del Vangelo, in mezzo ai poveri.
La scelta di Madeleine è quella di vivere come tutti, ”gomito a gomito” con la gente del mondo, ma è allo stesso tempo quella di tuffarsi in Dio con la stessa forza con cui ci si immerge nel mondo.
Ci vogliono i poveri
Nonostante possano risultare a prima vista testi datati, e storicamente lo sono, i due articoli di fondo tratti da “Adesso” (“Ci vogliono e poveri”; “I poveri fanno paura”) e il testamento spirituale di don Primo Mazzolari ci possono aiutare ad approfondire alcuni aspetti della povertà letta e vissuta evangelicamente.
Educare alla povertà
Un articolato intervento di don Tonino Bello circa l’urgenza “all’educazione alla povertà”.
Don Tonino Bello, nasce a Lecce nel 1935, sacerdote nel ‘57, vescovo di Molfetta, in Puglia nel 1982, nel 1985 presidente del Movimento internazionale “Pax Christi”. Balzò agli onori della cronaca mobilitando la sua Diocesi contro l’insediamento dei caccia bombardieri della Nato nella sua Puglia. Era notato proprio per la sua scelta di una vita comune, come tutti: Vescovo, prendeva l’autobus, e andava spesso in bicicletta, per non inquinare con l’auto, discorreva al bar con la gente, era difficile riconoscere la sua dignità dal vestito: la dignità di credente e di Vescovo brillava invece scintillante nei suoi occhi. Forbito e poetico scrittore coniugava il magistero evangelico con il servizio di persona alle famiglie di sfrattati che aveva accolto nella propria abitazione del palazzo vescovile. Non temeva di esporsi anche nelle manifestazioni pubbliche partecipando ai cortei non violenti e pacifisti in occasione dei conflitti internazionali. Ci ha lasciato pagine squisite soprattutto nelle sue opere di devozione mariana. Morì poco dopo aver partecipato, già gravemente ammalato di tumore, alla marcia a piedi dei 500 su Sarajevo, al tempo dell’occupazione nel conflitto dell’ex Jugoslavia.
La povertà scrigno di molti tesori
Proponiamo un famoso testo, di bruciante attualità, tratto dal “Cammino di perfezione” di Santa Teresa d’Avila, letto, alla luce delle parole di papa Francesco, dalle figlie spirituali di Santa Teresa, le suore Carmelitane.
Possiamo chiederci: qual è il mio rapporto con il denaro, come investo i miei risparmi (giocando in borsa)? Che cosa conta di più nella mia vita? Il vivere in ossequio di Gesù Cristo o il successo, la carriera, il prestigio sociale?