Il cammino associativo di quest’anno ci porta, nella sua terza teppa, a riflettere sull’importante senso del discernimento come strumento indispensabile per diventare “generatori”.
Ringraziamo il nostro assistente generale don Luca Pomati che ci ha aiutato a raccogliere gli spunti di approfondimento per questo numero di Goccia.
Discernere per generare – (Lc 12,54-57)
Diventiamo generatori quando impariamo l’arte difficile del discernimento. E’ Gesù stesso a chiedercela, osservando come siamo capaci di prevedere il tempo che scorre, ma quanto fatichiamo a comprendere e giudicare il tempo della vita e della salvezza, il tempo che viviamo e in cui siamo immersi. Allenarci a leggere i nostri vissuti e quelli dei fratelli, gli avvenimenti grandi e piccoli della storia, allenarci a entrare in profondità per valutare e poi scegliere come starci dentro è un passo importante per generare
Buona lettura!
La Redazione di Goccia
La canzone “Non so più a chi credere” con cui Antonacci partecipò al 43° Festival di Sanremo diventa uno spunto per riflettere sulla necessità di esercitare il discernimento di fronte alla complessità della vita e alle informazioni contraddittorie che riceviamo. (Video: https://www.youtube.com/watch?v=rc_C9hhQlRM)
Proponiamo una riflessione sul brano di Vangelo di Luca che è stato scelto come testo di riferimento per questa tappa. Il materiale è tratto dai contributi multimediali allegati alla traccia proposta dall’AC nazionale per il cammino adulti 2018/2019.
Il video proposto presenta come il Movimento Lavoratori di AC nazionale applica il discernimento comunitario nella Progettazione Sociale e costituisce uno spunto per “cambiare la nostra vita”. Il video-testimonianza è parte del materiale multimediali allegati alla traccia del cammino adulti di AC 2018/2019.
Il quadro di Magritte, nel proporre un paradosso al suo spettatore, lo stimola a prendere atto della differenza tra i livelli della realtà, cioè tra le cose così come sono, le immagini di esse che noi produciamo e le parole che usiamo per parlarne. La realtà, quindi, è mostrata nella sua complessità: chi guarda il quadro deve fare necessariamente lo sforzo di distinguere immagini e parole, di ricostruirne il senso più profondo. Un esercizio di riflessione sull’ovvio che ci circonda, per poter deciderne il significato.
Io sono sempre stato “sorpreso” dalla vita.
E siccome credo che Dio sia Vita, così com’è Luce e così com’è Amore, penso davvero che sia stato proprio Lui a “sorprendermi” nel mio cammino.
Dio è sorpresa. Dio è novità. Dio è creatività.
Nel “Il deserto nella città” fratel Carlo ci aiuta a vedere chiaro per leggere negli avvenimenti e nei segni.
Nella storia della spiritualità cristiana il discernimento spirituale è sempre stato ritenuto il dono assolutamente necessario per conoscere la volontà di Dio. Così ne parla Antonio, il padre dei monaci: «La via più adatta per essere condotti a Dio è il discernimento, chiamato nel vangelo occhio e lampada del corpo (cfr. Matteo 6, 22-23). Esso infatti discerne tutti i pensieri dell’uomo e i suoi atti, esamina e vede nella luce ciò che noi dobbiamo compiere» (Cassiano, Conferenze ii, 2).
Discernimento: “esercizio alto di sinodalità”
S.E. Mons. Gualtiero Sigismondi, assistente ecclesiastico generale di AC, rivolge la sua riflessione a tutti i presidenti e agli assistenti di Azione Cattolica riuniti per il convegno di Bologna. Che cosa significa e cosa si intende per “discernimento comunitario”? Mons. Sigismondi ci offre un vero e proprio decalogo per attuarlo.